La premier andrà al seggio per rispetto. Sul lavoro, più dei quesiti, parlano i risultati del governo
Filini, perché non parteciperete al voto?
Perché pensiamo che questi quesiti referendari siano pretestuosi e ideologici. Astenersi è legittimo, è l’articolo 75 della Costituzione a prevedere che i risultati di un referendum abrogativo siano validi solo se si raggiunge il quorum. Non andare a votare, in questo caso, è un diritto e un modo per esprimersi sui quesiti.
Vi accusano di spingere l’astensione.
Non è così. Anzi, sono proprio le opposizioni ad avere un approccio propagandistico sull’astensione. Segnalo che, più volte, in passato, le attuali opposizioni hanno invitato i propri elettori a restare a casa perché a loro conveniva. L’astensione è uno strumento legittimo sia quando piace alla sinistra, sia quando non gli piace.
La posizione della premier è diversa: andrà al seggio ma non prenderà le schede. La seguirete?
Giorgia Meloni è il presidente del Consiglio e ha dichiarato la sua astensione dal voto, pur dicendo che si recherà al seggio. Ha mostrato, come sempre, grande rispetto per le istituzioni. Recarsi al seggio e non ritirare la scheda è una forma di astensione attiva e legittima anche da un punto di vista giuridico. Io non andrò a votare: il risultato è lo stesso.
Sui temi del lavoro voi dite che le modifiche si fanno in Aula. Come?
Attraverso proposte di legge serie. Sul lavoro parlano i risultati che questo governo ha ottenuto. Ne cito solo uno: oltre 1 milione di posti di lavoro in due anni, ottenuti con interventi mirati, che sono serviti a sbloccare un mercato del lavoro che versava nell’immobilismo. Gli interventi normativi seri portano i risultati. I referendum sono solo primarie interne alla sinistra.
Il dibattito sullo ius soli ripartirà?
Innanzitutto ricordo che lo ius soli non è né nel programma del centrodestra, né in quello dei singoli partiti. È solo nei programmi elettorali della sinistra. Il dibattito ripartirà solo se e quando la sinistra riuscirà a vincere un’elezione.
Crede che lo strumento referendario debba essere rivisto?
Il referendum abrogativo è uno strumento previsto dalla nostra Costituzione. Non a caso, durante la sua scrittura, l’Assemblea costituente decise di introdurre il quorum solo per i referendum abrogativi per impedire che una minoranza potesse eliminare una legge votata dalla maggioranza dei cittadini rappresentati in Parlamento. La nostra Repubblica è nata da un referendum. Quindi, ben venga la partecipazione popolare. Ma non può essere utilizzata come strumento di lotta politica fine a se stessa.
Faccia una previsione: come finirà?
La maggioranza degli elettori boccerà questi quesiti referendari voluti dalla sinistra non andando al voto. È una mossa elettorale mal riuscita e gli italiani sanno distinguere tra chi lavora per governare e chi fa le primarie interne a loro spese.