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Proposta di Fratelli d’Italia dopo l’indagine delle Fiamme Gialle

Il gancio lo offre il sequestro, da parte della Guardia di Finanza di Milano, di 284 milioni di euro di crediti di imposta fasulli. Una maxi frode con 14 mila immobili “fantasma” per altrettante ristrutturazioni inesistenti.

Per Fratelli d’Italia, per bocca del deputato Francesco Filini, si tratta dell’ “ennesima conferma che il Superbonus voluto e tutt’ora difeso con pervicacia da Giuseppe Conte e dal Movimento 5 Stelle, non è stato altro la più grande mangiatoia di ladri e truffatori della storia d’Italia”.

Così il partito di Giorgia Meloni va all’attacco e annuncia la richiesta per l’istituzione “di una di inchiesta per fare definitivamente chiarezza e affinché emergano le responsabilità del più grande scandalo del governo giallorosso”.

Filini ricorda i numeri della misura cara ai pentastellati: “Oltre 93 miliardi di crediti di imposta e la stima iniziale era di 36,5 miliardi. Un vero e proprio macigno che ha avuto un impatto devastante sulle casse dello Stato”.

Responsabile, peraltro, di aver sottratto risorse che, altrimenti investite nella legge di bilancio, avrebbero potuto permettere al governo di rafforzare quelle misure a sostegno dei redditi medio-bassi, dei lavoratori e delle imprese.

Adesso nella maggioranza bisognerà trovare la “quadra” sulle modalità da seguire per fare luce sulla “voragine” lasciata dal governo Conte 2.

Per Forza Italia, infatti, la strada migliore non è quella della Commissione d’inchiesta. Spiga il Capogruppo al Senato Maurizio Gasparri: “Vedremo, ci sono stati tanti scandali. Io sono tendenzialmente contro le superfetazioni commissionarie e ritengo che molti argomenti potrebbero essere analizzati con analisi conoscitive dalle commissioni ordinarie”.

Il nodo è il metodo, non di merito, visto che Gasparri concorda con l’alleato sul tema degli “sprechi e degli scandali, che esiste”.

Come del resto ripete, intervenendo in Aula sul DL Anticipi nel quale ha rivendicato l’aumento del “bonus psicologo”, la Vicepresidente di Palazzo Madama, anche lei forzista, Licia Ronzulli, che denuncia la “voragine nei conti pubblici lasciata da un uso distorto del Superbonus, con 20 miliardi all’anno di buco da coprire per norme figlie dell’incompetenza e della superficialità”.

Il problema, sostiene Gasparri, è che paradossalmente l’idea di agire attraverso una commissione d’inchiesta rallenta, invece di velocizzare l’iter per avviare l’indagine.

E questo perché bisogna creare “la Commissione, fare una legge per formarla, eleggerne il Presidente, si perde un sacco di tempo. Un’indagine conoscitiva dei Lavori pubblici, ad esempio, potrebbe essere disposta con un voto della Commissione e svolgersi nell’ambito della Commissione”.

E all’obiezione che non ci sarebbero gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria, Gasparri risponde così: “è chiaro che non ci sarebbe una commissione con gli stessi poteri della magistratura, ma sarebbe comunque un’indagine”.

di Tommaso Montesano su Libero

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