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Melonomics: il Governo Meloni ha smentito i “gufi”

Giorgia Meloni è salita sulla plancia di comando della “nave Italia” proprio quando il mare cominciava a ingrossarsi, e sull’orizzonte erano ben visibili i nuvoloni neri che preannunciavano la tempesta. Cominciava ad arrivare il salatissimo conto della pandemia (sciagura ulteriormente aggravata dalla pessima gestione del tragico duo Conte-Speranza), l’aumento dei costi energetici dovuto dalla guerra russo-ucraina faceva galoppare l’inflazione verso cifre mai viste prima in eurolandia, c’era poi un PNRR scritto malissimo da cominciare a mettere a terra, la Banca Centrale Europea che iniziava ad alzare i tassi d’interesse, e i problemi strutturali che il Belpaese si porta dietro erano drammaticamente aggravati da almeno un decennio di immobilismo.

Di fronte ad uno scenario così complicato, le sinistre e la stampa militante scommettevano forte sullo schianto contro l’iceberg che con tanta dedizione avevano contribuito a edificare, ed erano già pronte a festeggiare sull’affondamento di una nave così malridotta e abbandonata alla deriva. L’intento, tanto goffo quanto infimo, sarebbe stato quello di provare ad accollare al Governo di Giorgia Meloni la responsabilità del loro stesso fallimento.

Però poi, man mano che il primo Esecutivo italiano guidato da una donna cominciava ad addrizzare la rotta, tutti hanno iniziato a ricredersi. I primi sono stati senza dubbio i temutissimi “mercati”, non a caso lo spread nel giro di poche settimane è subito sceso dai 260 punti ereditati dal Governo dei “migliori” (per mancanza di prove) ai 180/160.

Contemporaneamente la borsa italiana, considerata dagli analisti come parametro attendibile per l’economia di una nazione, ha cominciato a guadagnare punti su punti, tanto che oggi, dopo appena un anno dall’insediamento del nuovo Esecutivo, è tornata ai livelli precrisi del 2008. Un record.

Ma al di là dei dati finanziari, il vero protagonista del primo semestre del 2023 è stato proprio il PIL italiano, totalmente in controtendenza con il resto delle economie europee. L’Italia, dopo tanto tempo, ha fatto segnare una crescita superiore alle attese, ma soprattutto superiore a quella di Francia e Germania, le prime due economie europee.

L’andamento dell’economia italiana ha smentito tutti i pronostici, e gli apprezzamenti sono arrivati soprattutto dall’Europa: tutti erano ormai abituati a vedere l’Italia come l’ultima della classe, una nazione con grandi potenzialità ma da sempre vittima di una classe politica incapace di invertire il trend.

Le cassandre della sinistra hanno masticato amaro, all’inizio, con estremo sprezzo del ridicolo, hanno provato a dire che i risultati positivi erano merito del loro operato, poi hanno deciso di cambiare cavallo e puntare sul fallimento del PNRR, ovvero un programma di spesa (e di debito) enorme, da attuare in tempi strettissimi, con il mostro della burocrazia italiana ad aggravare l’handicap.

Ma anche qui, gli antitaliani hanno dovuto arrendersi: l’Italia ha rispettato tutti gli impegni, con l’ok alla quarta rata incasserà complessivamente più della metà dell’intero Piano e per di più Giorgia Meloni è riuscita anche a ricevere l’ok per le modifiche al Piano (le opposizioni fino a qualche settimana fa dicevano che sarebbe stato impossibile) eliminando gli sperperi e ottenendo addirittura risorse aggiuntive per stimolare ancora di più la crescita economica sostenendo le imprese.

Quindi le opposizioni hanno provato a cambiare ancora cavallo, sperando nel downgrade delle agenzie di rating: ma anche qui hanno dovuto ingoiare i giudizi positivi di tutte le agenzie, con addirittura il cambio di outlook da parte della temutissima Moody’s: da negativo a stabile.

Infine, a certificare il fallimento totale dei gufi di casa nostra, sono arrivati i dati sul lavoro. Ricordate quando fino a qualche mese fa la sinistra e tutto il circuito mediatico ad essa collegato, sostenevano che con la fine del reddito di cittadinanza la Meloni avrebbe creato milioni di poveri, che a loro volta avrebbero dato vita a delle rivolte sociali? Invece è accaduto che in un solo anno il governo è riuscito a creare oltre mezzo milione di posti di lavoro in più, con il boom di contratti a tempo indeterminato. L’Italia ha fatto registrare un altro record storico assoluto: il tasso di occupazione ora è al 61,8%, non ci sono mai stati così tanti italiani al lavoro.

Da vera “underdog”, Giorgia in un solo anno è riuscita a ribaltare tutti i pronostici. Le ricette economiche di Fratelli d’Italia stanno dando i loro frutti, l’Italia ha delle potenzialità enormi e le basta davvero poco per tornare ad essere grande: basta non buttare più dalla finestra i soldi dei cittadini in spese inutili, basta sostenere le imprese, i lavoratori e le famiglie, i tre grandi pilastri che tengono in piedi la nostra nazione.

C’è da chiedersi quante cose in più avrebbe potuto fare questo governo se non fossero stati sperperati 160 miliardi in inutilissimi bonus edilizi, se in passato ci fosse stata la stessa serietà e competenza di oggi, se ci fossimo evitati misure scellerate come lo scandalo dei banchi a rotelle e i bonus per comprare i monopattini.

Di sicuro la “nave più bella del mondo” già oggi solcherebbe i mari con il vento in poppa e la tempesta alle spalle, ma la rotta tracciata è quella giusta, l’iceberg è stato schivato e ci stiamo eliminando le zavorre. Lo scafo è solido e l’umore della ciurma è alle stelle, finalmente siamo ritornati a credere in noi stessi. Abbiamo al timone una grande condottiera.

Francesco Filini su La Voce del Patriota

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